Solari 2022: come scegliere (e applicare) le migliori creme solari 2022 con i consigli degli esperti

È arrivato il momento di proteggersi dal sole: ecco tutto quello che c’è da sapere sui solari 2022 e come scegliere (e applicare) la crema solare giusta

Il sole è importante sia per il corpo sia per l’umore. Quante volte una semplice passeggiata al parco o in riva al mare ci ha fatto sentire meglio?La causa è la luce solare che sulla pelle stimola il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali come serotonina e dopamina, gli ormoni della felicità. Basterebbe questo per farci desiderare il sole tutto l’anno. Ma per fare in modo che il sole sia un perfetto alleato bisogna saperlo “gestire” al meglio evitando tutti i rischi legati all’eccessiva esposizione e all’uso di protezioni. Qui trovate tutti i consigli giusti (e una carrellata di prodotti solari da provare).

Solari 2022: le regole auree

Proteggersi dal sole è fondamentale per evitare gli effetti dannosi sulla pelle come scottature, macchie, invecchiamento cutaneo e malattie della pelle. La prima cosa da fare è scegliere il solare giusto optando per una protezione alta, soprattutto se si è alle prime esposizioni. «Alcuni sono convinti che usando un filtro alto non ci si abbronzi – afferma la dottoressa Marisandra Aicardi durante un evento online organizzato dal brand Carovit – ma è falso perché con un filtro alto ci si abbronza lo stesso e anche meglio. Un prodotto con protezione alta, infatti, permette di assumere una quantità di radiazione equilibrata e quindi di raggiungere un colorito più uniforme e duraturo. Invece, chi si arrossa e si scotta, ha la cute che si desquama dopo qualche giorno dall’esposizione e anche l’abbronzatura svanisce in brevissimo tempo».

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Raggi UVA e UVB: le differenze

Nella scelta del solare con filtro alto è importante verificare che il prodotto sia in grado di proteggere sia dai raggi UVA sia da quelli UVB. «Gli UVA – continua Aicardi – penetrano in profondità danneggiano le fibre elastiche della pelle. Sono quindi i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo e della formazione delle rughe. Possono causare danni indiretti al DNA delle cellule e favorire alcuni tumori della pelle. I raggi UVB, invece, sono meno penetranti ma scottanti; sono la causa delle scottature solari e delle spellature ma sono anche i responsabili della produzione di vitamina D nella pelle e dell’abbronzatura duratura poiché stimolano la sintesi della melanina che prosegue anche al termine dell’esposizione al sole».

Creme solari 2022: come applicarle

Una volta trovato il prodotto giusto, è fondamentale saperlo applicare al meglio. «La crema solare va applicata ogni tre-quattro ore», affermano gli esperti di Freshly Cosmetics, assieme al dermatologo Mauro Mazzeo che dice: «Esistono differenti texture – crema, crema fluida, spray, latti – ma la scelta è indifferente. Optate per quella che più v’aggrada, purché la mettiate ogni tre/quattro ore. Tutti devono usare filtri solari, dai bambini agli anziani». Aicardi consiglia di applicare il prodotto prima di indossare il costume da bagno per essere sicuri di averlo steso in modo omogeneo sulla pelle e di rinnovare l’applicazione frequentemente soprattutto dopo aver sudato o essersi bagnati e asciugati. «Ricordate di applicare una crema viso 50+ sul viso collo e décolleté, anche sotto il trucco, e di applicare un solare in stick sulle zone sensibili come occhi labbra e cicatrici».

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Integratori Solari Contro i Danni del Sole

Cosa sono

Gli integratori solari sono prodotti appositamente formulati per rafforzare le difese della pelle esposta al sole e favorire un’abbronzatura intensa e duratura. Il loro utilizzo è infatti in grado di supportare dall’interno la protezione conferita dall’esterno tramite l’applicazione di cosmetici dotati di filtri solari.

Non a caso, la miglior strategia per assicurarsi una “tintarella” sana è quella di aiutare la cute a proteggersi non solo dall’esterno con i fotoprotettori topici, ma anche dall’interno con l’alimentazione, eventualmente supportata dagli integratori solari. Questi ultimi rappresentano un valido aiuto per contrastare il danno ossidativo indotto dal sole (responsabile del fotoinvecchiamento) e per stimolare la produzione di melanina (sostanza prodotta fisiologicamente dal corpo per difendere la pelle dalle radiazioni ultraviolette, nonché pigmento responsabile dell’abbronzatura).

 

Effetti del Sole

Benefici e Rischi dell’esposizione al Sole

Esporsi al sole gradualmente e con le dovute precauzioni consente di sfruttare gli effetti benefici che la luce solare è in grado di esercitare sul nostro organismo.
Innanzitutto, le radiazioni ultraviolette favoriscono la fotosintesi di vitamina D, necessaria per una corretta mineralizzazione delle ossa, in quanto interviene nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo.
Prodotto nella cute per azione dei raggi ultravioletti (UV) a partire dal 7-deidrocolesterolo, il colecalciferolo (vitamina D3) è un elemento indispensabile per lo sviluppo e l’irrobustimento dello scheletro. Senza dimenticare che la vitamina D è una regolatrice della risposta immunitaria.
La luce del sole influisce positivamente sull’organismo anche alleviando i dolori reumatici e stimolando il rilascio di neurotrasmettitori cerebrali, come serotonina e dopamina, che agiscono come antidepressivi” naturali, favorendo il buon umore e regolando i ritmi del sonno.
Oltre a regalare alla pelle una sfumatura più calda, poi, il sole stimola la produzione di alcune sostanze antiossidanti e protettive a livello cutaneo, con una certa attività filtrante nei confronti delle stesse radiazioni UV. Inoltre, una moderata esposizione agisce migliorando alcune malattie dermatologiche, come l’acne, l’eczema, la dermatite seborroica e la psoriasi.

Per approfondire: Elioterapia – Curarsi con la luce del sole

Non manca, però, il rovescio della medaglia, ossia i danni che possono scaturire da un’esposizione solare eccessiva. Non proteggere adeguatamente la pelle, infatti, significa incorrere in una serie di reazioni fotobiologiche responsabili di effetti dannosi, sia acuti (eritemi, scottature e reazioni di fotosensibilità) che cronici (aumentato rischio di sviluppare tumori della pelle).
I raggi ultravioletti hanno la capacità, inoltre, di generare radicali liberi, responsabili dello stress ossidativo che favorisce l’invecchiamento precoce della pelle.
L’azione sinergica di fotoprotezione esterna (creme solari) ed interna (integratori) risulta essere, quindi, fondamentale per rendere il sole un alleato del nostro benessere ed evitare che l’esposizione possa causare gravi problemi alla salute.

Indicazioni

Da tempo è ormai diffusa la consapevolezza verso i potenziali danni che possono derivare da un’esposizione al sole inadeguata o eccessiva, come il fotoinvecchiamento precoce e la cancerogenesi.
Il primo passo per abbronzarsi in modo sano è quello di proteggere la pelle con l’applicazione di un prodotto solare, come raccomandato da tutti i dermatologi. La capacità schermante di questi cosmetici è indicata da un numero preceduto da una sigla (SFP o SPF), considerando che un fattore di protezione solare molto alto è pari a 50+.

Per approfondire, vedi: Protezione Solare – Come Sceglierla

Un contribuito utile per preparare in anticipo la pelle all’abbronzatura consiste nell’impiego di integratori solari. Questi prodotti a base di beta-caroteneestratti vegetali e vitamine sono studiati appositamente per preparare l’approccio con il sole nella stagione estiva.
Questi prodotti aiutano, inoltre, ad attivare le difese cutanee e a limitare i danni causati dal sole, sia immediati, che tardivi. Ciò è possibile grazie al mix di sostanze utili a migliorare la fotoprotezione e a contrastare gli effetti nocivi dei raggi ultravioletti, come carotenoidi (tra cui beta-carotene, astaxantinalicopene e luteina), vitamine (A, C ed E) ed oligoelementi (come zincoseleniorame e magnesio).
Gli integratori solari sono consigliati specialmente a chi ha una carnagione molto chiara (fototipo I e II), per preparare la pelle al sole e prevenire l’insorgere di eritemi, scottature ed intolleranze cutanee. Questi complementi alimentari sono ideali anche per le persone che per svariati motivi (problemi di salute, attività lavorativa ecc.) non si espongono al sole da molto tempo, in quanto supportano il metabolismo della pelle che deve adattarsi all’irraggiamento intenso della stagione estiva.

Benefici

Potenziali Benefici degli Integratori Solari

Gli integratori solari contengono sostanze funzionali utili per migliorare la risposta al sole e ridurre i danni ossidativi. Se consideriamo l’esposizione ai raggi ultravioletti come un potenziale fattore stressante, infatti, l’utilizzo di un complemento per l’abbronzatura può essere utile per attivare la melanina e potenziare i naturali meccanismi di protezione della pelle.
In particolare, gli integratori per l’abbronzatura risulterebbero validi nel:

  • Rinforzare le auto-difese della pelle dagli effetti nocivi indotti dai raggi ultravioletti;
  • Stimolare la sintesi di pigmenti protettivi della pelle, come la melanina;
  • Favorire la formazione del collagene ed il mantenimento di una pelle normale e abbronzata;
  • Proteggere la pelle dall’azione dannosa delle specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi);
  • Ridurre l’eventuale reazione infiammatoria associata all’eccessiva esposizione al sole, come edema, arrossamento e comparsa di bolle;
  • Prevenire l’invecchiamento cutaneo fotoindotto (photoaging).

Se usati in associazione con cosmetici che proteggono la pelle, riflettendo e/o attenuando le radiazioni grazie all’attività dei filtri solari, gli integratori per l’abbronzatura sono quindi un valido aiuto per ottenere un colorito intenso e mantenerlo più a lungo.
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L’utilizzo di una protezione solare (creme e prodotti topici) ha la funzione di fornire un aiuto esterno, creando una sorta di barriera che limita l’interazione del sole con la nostra pelle. Quest’azione risulta fondamentale se vengono considerate le esigenze di prevenzione dei tumori cutanei. Di contro, tuttavia, questo schermo riduce la sintesi endogena di vitamina D nella pelle. Per questo motivo, l’assunzione di integratori solari e la cura dell’alimentazione possono agire in sinergia per proteggere dalle alterazioni patologiche delle ossa ed affrontare al meglio la stagione estiva.

Ingredienti

Cosa contengono gli Integratori Solari?

Gli integratori alimentari per favorire l’abbronzatura si presentano, in genere, come capsule o compresse, da assumere per via orale.
La loro formula contiene sostanze dal potere antiossidante e stimolante la sintesi della melanina, come vitamine C ed E, licopene e beta-carotene, che favoriscono la pigmentazione della pelle e proteggono le cellule dallo stress ossidativo.
In generale, si possono distinguere tre categorie di integratori solari:

  • Stimolatori di melanina: i principi attivi “pro-abbronzatura”, come la tirosina(precursore della melanina) ed i carotenoidi, ottimizzano l’effetto benefico dei raggi solari, rendendo più disponibile la melanina prodotta dalla pelle (il pigmento responsabile della tonalità e dell’intensità dell’abbronzatura). Grazie agli integratori solari, l’aumentata produzione della melanina può aiutare a rendere la colorazione della pelle più uniforme e duratura nel tempo, oltre a promuovere una più efficace protezione nei confronti delle radiazioni UV.
  • A base di beta-carotene: precursore della vitamina A, la quale è in grado di stimolare la sintesi di collagene e di melanina, oltre a difendere la pelle dalle scottature. Gli integratori solari a base di questo carotenoide sono i più adatti quando si desidera un’abbronzatura di colore più intenso.
  • Antiossidanti: molecole come flavonoidiresveratroloacido alfa-lipoico, luteina e licopene aiutano a proteggere la pelle dal danno ossidativo indotto dal sole e aumentano la resistenza ad esposizioni prolungate o estreme, quindi possono contribuire a prevenire gli eritemi, la comparsa di macchie scure e la tendenza alla formazione di rughe.

Gli integratori alimentari per l’abbronzatura e la protezione solare possono contenere anche:

  • Vitamina C (acido L-ascorbico), Vitamina A (retinolo) e Vitamina E (alfa-tocoferolo): sono dotate di potere anti-ossidante, risultano efficaci nel contrastare eventuali complicanze legate all’eccessiva esposizione alla luce solare e contribuiscono a rendere la pelle compatta e luminosa, oltre a restituire vitalità al colorito e rallentare gli effetti del tempo. Queste vitamine, infatti, rendono la pelle più resistente alle lesioni, potenziano la produzione di melanina e riducono gli eventuali gli stati infiammatori post-esposizione.
  • Vitamina PP (nicotinamide): è particolarmente utile per chi soffre di ipersensibilità cutanea causata dal sole e contribuisce a ridurre l’infiammazione superficiale nei casi di eritemi.
  • Selenio: protegge dai radicali liberi ed aiuta a prevenire l’invecchiamento cutaneo, specie quando lavora in sinergia con la vitamina E. Inoltre, quest’oligoelemento esplica un’efficace azione anti-età, supportata dalla sua capacità di stimolare la sintesi del collagene e di conservare l’elasticità dei tessuti.
  • Rame: favorisce la normale pigmentazione e protegge le cellule dallo stress ossidativo.
  • Zinco: contribuisce alla rigenerazione cellulare della pelle.
  • Collagene: è una proteina che conferisce tono e resistenza al tessuto epidermico. Questo componente si lega all’acqua ed aumenta l’idratazione della pelle, facendola apparire liscia e vellutata. Negli integratori solari, la presenza del collagene contribuisce a rendere la pelle compatta e luminosa, oltre a restituire vitalità al colorito.
  • Coenzima Q10: agisce contro i processi ossidativi del collagene, ostacolando la formazione di rughe e mantenendo la pelle compatta ed elastica; questo elemento è utile anche per prevenire l’eritema solare.
  • Acidi grassi essenziali da fonti animali (come omega 3 e 6) o prodotti vegetali (come l’olio di enotera borragine): contribuiscono a mantenere una buona idratazione della pelle ed a preservare l’integrità delle strutture del derma.

Posologia

Quando e per Quanto tempo assumere gli Integratori Solari

Gli integratori solari andrebbero assunti quotidianamente almeno un mese prima rispetto al periodo in cui si prevede un’esposizione al sole regolare e nelle due settimane immediatamente successive.
Ad esempio, in previsione delle vacanze estive, l’ideale sarebbe iniziare ad usare il prodotto da aprile-maggio, proseguendo fino al periodo (compreso) in cui sono previste le ferie. Gli integratori solari possono essere utilizzati nel caso in cui la destinazione si trovi sia in una località marittima, sia in una località di montagna. Inoltre, è possibile assumere questi complementi alimentari anche in città o se si pratica un’attività sportiva all’aria aperta.
In ogni caso, è doveroso ricordare nuovamente che l’uso d’integratori non sostituisce in alcun modo l’applicazione di creme solari con fattore di protezione medio-alto durante l’esposizione.

Effetti collaterali e Controindicazioni

Nella maggior parte dei casi, gli integratori solari sono formulati con principi attivi clinicamente testati e privi di effetti collaterali significativi.
Tuttavia, in caso di patologie e terapie farmacologiche, è opportuno consultare il proprio medico prima di intraprenderne l’assunzione, il quale può confermare che non siano possibili controindicazioni ed eventuali interazioni.
Questa particolare attenzione va prestata anche nei confronti di bambini e donne durante la gravidanza e l’allattamento.
In ogni caso, va ricordato che gli integratori alimentari non devono essere assunti in dosi superiori a quelle indicate in etichetta, stabilite per svolgere specifici effetti fisiologici.

Alimentazione

Per approfondire: Cibo e Abbronzatura

Integratori Solari e Ruolo dell’Alimentazione

Gli integratori alimentari devono essere considerati come un fattore aggiuntivo (e non come elementi sostitutivi) ad una dieta varia ed equilibrata, la quale può fornire tutte le sostanze nutritive di cui l’organismo ha bisogno. Questa regola generale vale anche per i prodotti specifici per l’abbronzatura: gli integratori solari devono essere assunti all’occorrenza, quando gli effetti fisiologici riportati in etichetta possono “ottimizzare” il proprio benessere.
Come noto, l’alimentazione è un fattore che influenza fortemente la salute della persona. Durante la stagione estiva, un regime dietetico sano è in grado di preparare la pelle alle prime esposizioni al sole e contribuisce a mantenere un’abbronzatura sana.
cibi più adatti a preservare la cute dai pericoli delle radiazioni solari, che non dovrebbero mancare sulla tavola, sono vegetali verdi, gialli, rossi e arancio, come le carote, gli spinaci, la lattuga, la cicoria, il radicchio, i peperoni, i pomodori, le fragole, le ciliegie e le albicocche. Alimenti utili per mantenere la pelle sana e favorire l’abbronzatura sono anche meloniarancefrutti di boscocereali integralipesce e semi oleaginosi (tra cui nocimandorle e nocciole).
Inoltre, è importante ricordare sempre di reintegrare i liquidi che si perdono esponendosi al sole, bevendo molta acqua. Preservare adeguatamente il corretto stato di idratazione, significa, infatti, mantenere anche la bellezza dell’abbronzatura.

I migliori integratori per disbiosi putrefattiva

Gli integratori per disbiosi putrefattiva rappresentano una delle soluzioni più efficaci per contenere e ridurre questo disturbo.

Soffrire di disbiosi significa convivere con un problema che costringe a limitare le proprie abitudini e la qualità della propria vita.

Solitamente, si parla di disbiosi quando nell’intestino la flora intestinale viene alterata e i batteri buoni, detti simbionti, rappresentano una minoranza poiché quelli patogeni crescono a dismisura. Il delicato equilibrio batterico, infatti, è fondamentale per la regolare funzionalità dell’intestino e dell’organismo intero. La disbiosi putrefattiva è localizzata soprattutto a livello del colon. È causata da una dieta povera di fibre, molto ricca di carne e grassi animali  e/o dall’abuso di antiacidi che possono alterare il Ph fecale, provocando stitichezza e disfunzione dell’alvo.

Se non trattata la disbiosi intestinale nelle sue forme può provocare stati infiammatori cronici, andando a deteriorare l’intestino stesso. In questo articolo vedremo quali sono i rimedi e gli integratori migliori per curare la disbiosi putrefattiva.

Perché assumere gli integratori per disbiosi putrefattiva

Una disbiosi si genera perché la dieta e lo stile di vita alterano il microbioma intestinale, invece alcune sostanze naturali modulano positivamente l’ecosistema intestinale promuovendo alcune funzioni fondamentali alle quali è deputato, nonché la propensione del microbiota stesso nei confronti delle malattie infiammatorie intestinali, delle malattie metaboliche e del processo di invecchiamento.

Lo stress psicofisicocattive abitudini alimentari e l’uso ed abuso di farmaci possono alterare i ritmi biologici che regolano la vita del tratto intestinale, dove vivono miliardi di batteri atti a svolgere la parte finale dei processi digestivi. Il loro equilibrio è quindi fondamentale per l’assimilazione dei nutrienti.

Gli integratori in caso di disbiosi putrefattiva aiutano la dieta e regolarizzano la flora intestinale andando a ridurre gonfiore e stitichezza che costituiscono  le conseguenze più evidenti e fastidiose che affliggono chi ne soffre.

Gli integratori specifici combattono la tensione addominale e riducono gli effetti dell’acidità provocata dalla disbiosi. I loro ingredienti, per lo più di origine naturale, contengono i nutrienti necessari che promuovono l’aumento e la crescita di batteri buoni.

Gli integratori per disbiosi, infatti, contengono solitamente ingredienti naturali come:

  • Fermenti lattici per incrementare la vitalità intestinale;
  • Estratti di piante ad azione antimicrobica come il tiglio e l’aglio;
  • Acidi grassi solubili per nutrire i batteri “buoni”;

Gli integratori con probiotici e prebiotici sono fondamentali per rafforzare il microbioma intestinale.

probiotici contengono batteri vivi e sono principalmente solubili in acqua, andando a integrare le colonie batteriche simbiotiche che si trovano in disequilibrio. I prebiotici sono fibre ricche di vitamine che sono indigeribili per l’uomo ma che, invece, favoriscono lo sviluppo dei batteri.

Per curare la disbiosi putrefattiva l’acido propionico e l’acido butirrico sono particolarmente indicati, si tratta di due acidi grassi a catena corta fondamentali per ridurre l’infiammazione dell’intestino.

Grazie a questi elementi è possibile ridurre gli attacchi di colite e sono utili nella prevenzione del tumore al colon.

Disbiosi intestinale putrefattiva: quali sono i sintomi

La disbiosi intestinale si presenta attraverso disturbi del tratto enterico che provocano rallentamenti digestivi. Soprattutto nelle donne può essere responsabile di infezioni vaginali come la candidosi.

Tra i sintomi principali della disbiosi intestinale ci sono:

  1. Flatulenza e meteorismo;
  2. Nausea;
  3. Vomito;
  4. Stitichezza;
  5. Diarrea.

Per non parlare dell’irritabilità e il rischio di blocchi simili a quelli provocati dall’intestino pigro che impediscono di condurre una vita serena con conseguente aumento di nervosismo, stress psicologico e cambiamenti d’umore.

Ma la disbiosi intestinale quanto dura? Il periodo di tempo è variabile, esistono situazioni in cui è sufficiente regolarizzare nuovamente la dieta grazie a fermenti lattici e integratori probiotici, ma ci sono casi in cui può durare diversi mesi intensificando lo stato infiammatorio fino a farlo diventare cronico.

La differenza tra disbiosi fermentativa e disbiosi putrefattiva

La disbiosi intestinale non ha sempre gli stessi sintomi, o meglio, si possono differenziare a seconda che la disbiosi sia di tipo fermentativo o putrefattivo.

La disbiosi fermentativa è originata da un eccessivo consumo di zuccheri semplici e carboidrati complessi, e da un mal assorbimento di sostanze come il glutine e il lattosio. Provoca principalmente disturbi legati alla parte superiore dell’intestino, causando:

  • Meteorismo;
  • Blocchi digestivi;
  • Alitosi.

La disbiosi putrefattiva è provocata principalmente da un eccessivo consumo di proteine e grassi di origine animale. In questo caso lo squilibrio causa effetti negativi come:

  • Indurimento delle feci;
  • Produzione di gas intestinale dal forte cattivo odore;
  • Dolori addominali.

Quel che accomuna queste due forme di disbiosi intestinale è la scarsa quantità di fibre vegetali introdotte nell’alimentazione, che aiuterebbero notevolmente a idratare e regolarizzare i ritmi biologici.

Rimedi per la disbiosi putrefattiva: come si cura?

Al di là delle patologie intestinali che possono indurre la disbiosi putrefattiva e per le quali è indispensabile seguire i consigli del proprio medico, ricordiamo che una delle cause più comuni all’origine della disbiosi è uno stile di vita poco salutare.

Stress, nervosismo, sedentarietà possono riflettersi e agire negativamente sul ciclo vitale della propria flora batterica, provocando i naturali ritmi dei simbionti, i batteri buoni, che aiutano la regolarità intestinale e l’assimilazione delle sostanze nutritive.

È importante quindi:

  • Riposare e dormire a sufficienza;
  • Limitare la sedentarietà;
  • Svolgere attività fisica regolare;
  • Ridurre le fonti di stress;
  • Limitare il consumo di farmaci;
  • Ridurre il fumo e le bevande alcoliche.

Inoltre è fondamentale cercare di tenere una dieta il più equilibrata possibile, evitando cibi che aumentano il problema della disbiosi intestinale.

Disbiosi putrefattiva: qual è la dieta consigliata

Quando si parla di alimentazione e disbiosi ci si riferisce soprattutto al fatto che ad ogni pasto si dovrebbe fare attenzione a non sovraccaricare il lavoro di assimilazione dei nutrienti da parte dell’intestino.

Abbuffarsi o mangiare ad ogni pasto con primo, secondo, contorno, dolce, frutta e caffè non fa bene all’organismo, perché diventa molto più difficile scomporre e assorbire le sostanze nutritive.

Carne e formaggi presi assieme affaticano la scomposizione delle proteine, dei lipidi e dei micronutrienti come il ferro.

Una dieta ricca di carboidrati lavorati, come la pastasciutta senza che venga controbilanciata da un giusto apporto di fibre vegetali rischia di aumentare la sensibilità intestinale.

Parlare col proprio nutrizionista di fiducia per chiedere una dieta settimanale da seguire per limitare la disbiosi intestinale è fondamentale. Potrà suggerirvi cosa prendere a colazione per ridurre la disbiosi intestinale putrefattiva e iniziare fin dal mattino a depurare l’organismo, come ad esempio:

  1. Cereali integrali come la crusca e l’avena;
  2. Fibre e zuccheri della frutta, come la pectina;
  3. Yogurt interi ricchi di fermenti lattici;
  4. Fibre e sali minerali provenienti dalla verdura, consigliate nelle centrifughe.

Le fibre sono fondamentali per attenuare i disturbi come la stitichezza e la tensione addominale, sfiammare l’intestino e riportare l’equilibrio nella flora batterica.

Inoltre, l’uso di integratori a base di acido propionico permette di aumentare l’effetto antimicotico e favorire lo sviluppo di batteri simbionti, necessari per la salute dell’intestino.

Integratori per disbiosi putrefattiva: come sceglierli in farmacia?

Gli integratori per disbiosi putrefattiva vengono venduti sotto forma di:

  • Bustine solubili;
  • Perle digeribili;
  • Compresse.

Si consiglia di prenderli seguendo sempre le indicazioni del proprio medico e del farmacista di fiducia, e di inserirli all’interno di un regime alimentare equilibrato che preveda un consumo frequente di fibre abbinate in vario modo alle proteine e ai carboidrati.

Gli integratori da soli non sono sufficienti a curare i sintomi della disbiosi putrefattiva, ma possono aiutare a ripopolare i batteri buoni, detti simbionti.

Se assunti a stomaco vuoto avranno molta più efficacia, in particolare se si tratta di fermenti lattici vivi.

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I rimedi più efficaci in farmacia contro il bruxismo

rimedi contro il bruxismo possono essere diversi, sia naturali che più strettamente legati a cure mediche e dentistiche. Se soffri o pensi di soffrire di questo disturbo, sicuramente ne riconosci i sintomi e le caratteristiche.

Il bruxismoè un disturbo poco conosciuto e spesso sottovalutato, anche se negli ultimi anni si è diffuso notevolmente. Il motivo riguarda probabilmente il nuovo stile di vita dell’Occidente, frenetico e così ricco di stress.

Si tratta di una contrazione involontaria dei muscoli facciali, che normalmente usiamo per masticare. La contrazione ci fa digrignare i denti oppure ci porta a serrare con forza la mascella.

Questo disturbo determina conseguenze non di poco conto. Se vuoi sapere quali sono, come evitarle e come contrastare il bruxismo con rimedi naturali, continua a leggere l’articolo.

Bruxismo notturno: quali sono le cause?

Questo disturbo si presenta più frequentemente di notte, ma esistono numerosi casi e rimedi anche per il bruxismo diurno. 

Il bruxismo può essere così rumoroso e fastidioso, che molto spesso i primi ad accorgersene sono le persone che dormono con noi.

Sono stati effettuati numerosi studi sulla patologia, ma non è stato possibile definire una causa principale, piuttosto una serie di fattori che concorrono tra loro a generare questo disturbo:

  • Malocclusione dentaria, ovvero quando le due arcate non sono correttamente allineate;
  • Ansia;
  • Disturbi del sonno;
  • Stress;
  • Alcool;
  • Droghe;
  • Caffeina;
  • Malattie degenerative di cui il bruxismo rappresenta una manifestazione a livello muscolare;
  • Problemi emotivi.

Quando il bruxismo si presenta nei bambiniinvece, potrebbe essere in concomitanza a otite o mal di denti, come una sorta di tentativo inconscio di placare il dolore.

Naturalmente le motivazioni e le cause, specie nella fase dell’infanzia, potrebbero essere di altra natura. Per questo motivo nella ricerca di rimedi per contrastare il bruxismo nei bambini, è sempre meglio rivolgersi ad un medico specializzato.

Diagnosticare questo disturbo non è complesso, infatti, come vedremo nei prossimi paragrafi, la sintomatologia è molto chiara e le indagini diagnostiche poche ed esaustive.

Bruxismo: sintomi fisici principali

Come abbiamo accennato, il bruxismo ha due tipologie principali di manifestazione, ma non sono le uniche. Si parla infatti di bruxismo quando:

  1. Si digrignano i denti e si serrano in maniera statica;
  2. C’è contatto dentale ma senza movimento alcuno: questo è considerato uno stato iniziale del bruxismo;
  3. I muscoli della mandibola sono serrati, ma senza alcun contatto dentale.

Questi sono campanelli d’allarme molto importanti a cui prestare attenzione, perché in condizioni normali di riposo le arcate dentarie non dovrebbero mai entrare in contatto.

Naturalmente, ognuna di queste manifestazioni determina una serie di conseguenze più o meno fastidiose, di cui parleremo più avanti.

Come fare per capire se si soffre di bruxismo? Fai attenzione alla comparsa di questi sintomi e, ovviamente, rivolgiti al tuo dentista:

  • Dolori diffusi ai muscoli che sono coinvolti nella masticazione;
  • Mal di testa frequente;
  • Lesioni e graffi ad uno o più denti;
  • Aumento della sensibilità dentale;
  • Perdita dello smalto.

Ribadiamo che, seppur più frequente, il bruxismo non si verifica soltanto di notte. Le cause del bruxismo diurno sono più che altro riconducibili allo stress e a condizioni di nervosismo e, nonostante la persona sia sveglia, molto spesso non si rende conto di compiere questo gesto.

I dentisti molto spesso riescono a diagnosticare questo problema anche solo con una semplice visita di controllo. In caso contrario sarà sufficiente una ortopanoramica.

Ora che abbiamo individuato le cause principali e i sintomi con cui si manifesta, vediamo quali sono i rimedi e le terapie più efficaci per contrastare il bruxismo e capire come smettere una volta per tutte di ‘’bruxare’’.

Contrastare il bruxismo: quale terapia adottare?

Come sicuramente avrai capito, oltre ad essere un disturbo fastidioso e rumoroso per chi ci sta accanto, il bruxismo ha delle conseguenzepiuttosto serie per i nostri denti e il nostro corpo in generale.

Per quanto riguarda i denti, questa patologia può causare:

  • Scheggiature;
  • Incrinature;
  • Rotture.

Specifichiamo però, che casi davvero gravi di usura dentale si verificano solo dopo molti anni. Inoltre, il bruxismo incide negativamente anche su lavori odontoiatrici, perché potrebbero non andare a buon fine proprio a causa dei danni dentali.

Interessando i muscoliimplicati nella masticazione, questo disturbo può causare dolori di varia entità localizzati sul volto e sulla testa. Molti mal di testa, specie se a livello delle tempie, possono infatti essere ricondotti all’eccessiva attività dei muscoli temporali.

Anche le spalle e il collo possono essere coinvolti, poiché neanche durante la notte diamo modo a questi muscoli di riposare e rilassarsi.

Per finire, altre conseguenze possono essere i disturbi del sonno e i problemi a carico delle articolazioni temporo- mandibolari, che si manifestano con dolore acuto, rumori e click alla mascella.

Quali possono essere gli accorgimentiper evitare o alleviare tutte queste tipologie di disturbi?

A parte l’utilizzo del bite, che come vedremo più avanti rientra nei trattamenti prettamente medici, ci sono terapie più ‘’naturali’’ volte maggiormente alla prevenzione e ad alleviare i sintomi principali:

  1. Se la causa è lo stress, ricorrere a tecniche di rilassamento, come il training autogeno;
  2. Prenditi del tempo per te stesso, dedicati ad attività che possano giovare alla muscolatura, come pilatesyoga;
  3. Se invece pensi che la causa possa essere ansiosa, valuta la possibilità di rivolgerti ad uno psicologo.

Purtroppo, i farmaci raramente aiutano in questi casi, a meno che il disturbo non derivi proprio dal dosaggio sbagliato di alcuni tipi di farmaci. In quel caso, il tuo medico deciderà se cambiare il dosaggio o addirittura il tipo di medicinale.

Bruxismo: quali rimedi troverai in farmacia

Come abbiamo appena specificato, purtroppo non in tutti i casi i medicinali rappresentano una soluzione efficace contro questo disturbo.

Per evitare che i denti si usurino e per rilassare la muscolatura, la soluzione più adatta contro il bruxismo è l’utilizzo del bite notturno. Si tratta di un paradenti realizzato sull’impronta dentale del paziente.

In alternativa, puoi trovare numerosi tipi di bite per bruxismo in farmacia, sia per l’arcata superiore che per quella inferiore, che in pochi minuti è possibile adattare alla propria dentatura.

In aggiunta a questo, il tuo medico potrebbe decidere di ricorrere a miorilassanti peralleviare la tensione muscolare causata dal bruxismo.

Chiedi consiglio al tuo dentista per capire quale potrebbe essere la soluzione più adatta a te.

Sul sito di FarmaciaInternazionaleMuseo.com troverai una vasta vasta gamma di prodotti selezionati dai nostri farmacisti tra brand esperti del settore come Dulac Farmaceutici.

 

Come lavare i capelli grassi: i migliori prodotti in farmacia

 

Per capire come lavare i capelli grassi devi prima di tutto comprendere perché i tuoi capelli appaiono così, quali possono essere i rimedi più adatti per i capelli grassi e, soprattutto, le cause.

Questo disturbo estetico non è assolutamente da sottovalutare, perché è causato da un eccesso di sebo che si deposita sul cuoio capelluto e sul fusto dei capelli.

Proprio il sebo determina quell’effetto sgradevole al tatto e alla vista, perché i capelli appaiono unti e appiccicosi. È importante riconoscere questi campanelli d’allarme, in quanto il sebo, a lungo andare, potrebbe far apparire i capelli:

  • Spenti;
  • Poco sani;
  • Privi di vitalità.

 

Pensi di avere i capelli grassi ma non sai come rimediare? In questo articolo analizzeremo le cause, i rimedi e i prodotti più adatti a seconda delle tue esigenze.

Capelli grassi, come riconoscerli e perché si sporcano

Partiamo da un presupposto: i capelli grassi non sono tutti uguali, non hanno le stesse cause e non possono essere trattati tutti allo stesso modo.

Inoltre, è importante specificare che avere i capelli grassi non è affatto sinonimo di scarsa igiene. Le cause sono ben altre e possono avere a che fare con:

  • Stress;
  • Cattiva alimentazione;
  • Problemi ormonali;
  • Utilizzo di prodotti troppo aggressivi;
  • Problemi ambientali.

Per tutti questi motivi i capelli, sentendosi esposti all’attacco di agenti esterni, iniziano a produrre maggiore sebo come a voler proteggere il cuoio capelluto.

Se noti che i tuoi capelli, occasionalmente o spesso, sono unti, oleosi, difficili da gestire e maleodoranti, allora quasi sicuramente la causa è l’eccesso di sebo sul tuo cuoio capelluto.

Non temere, i capelli grassi non sono un problema impossibile da risolvere. Devi avere alcune accortezze, scegliere con attenzione i prodotti giusti e prenderti cura dei tuoi capelli con costanza.

Spesso si pensa che questo problema affligga soltanto le donne. In realtà, ci sono tantissimi uomini che combattono tutti i giorni con i capelli grassi.

Nel loro caso, specie quando i capelli sono piuttosto corti, l’istinto porta a lavarli molto spesso, peggiorando la situazione e favorendo la comparsa della forfora. In molti casi, infatti, la forfora e i capelli grassi sono due facce della stessa medaglia.

Continua a leggere i prossimi paragrafi per avere qualche consiglio sui rimedi da adottare e i consigli pratici per capire come lavare i capelli grassi.

Capelli grassi, rimedi della nonna e consigli utili per gestirli

Il fastidio associato ai capelli grassi non è soltanto estetico. Spesso, infatti, a questo si associa un prurito insistente e molesto, di cui è difficile liberarsi.

Se vuoi liberarti dei capelli grassi e del prurito associato ad essi, puoi seguire dei semplici consigli totalmente naturali basati su componenti ad azione antinfiammatoria e astringente:

  1. Impacchi di tè per il cuoio capelluto;
  2. Lozione astringente a base di edera, salvia, timo;
  3. Maschera all’argilla: purifica e disinfetta il cuoio capelluto;
  4. Lavare i capelli con acqua distillata e succo di limone, dalle note proprietà astringenti;
  5. Sciacquare i capelli con aceto di mele: ne basta un cucchiaino diluito i mezzo litro di acqua.

A questi consigli per curare i capelli grassi si aggiungono i rimedi riguardanti l’alimentazione. Spesso, correggere il modo in cui mangiamo può essere la soluzione a moltissimi problemi.

Prediligi frutta e verdura, sono ricche di antiossidanti vitamine molto importanti per la salute dei capelli. Alterna proteine come carne, pesce e uova. Implementa nella dieta alimenti che contengano calcio e zinco, oltre che buone dosi di Omega 3 e 6.

Vediamo, invece, cosa è assolutamente sconsigliato fare a chi soffre di capelli grassi:

  • Lavare e spazzolare i capelli troppo spesso;
  • Asciugare i capelli con il phon troppo caldo e troppo vicino alla testa;
  • Utilizzare il balsamo, molto più indicato per trattare i capelli secchi;
  • Toccare i capelli con le mani sporche.

Inoltre, molto spesso nei rimedi naturali viene citato anche il bicarbonato, soprattutto abbinato al limone. Questi due ingredienti mescolati insieme, infatti, hanno ottime proprietà astringenti e purificanti per il cuoio capelluto.

Questi erano alcuni dei consigli su comportamenti da adottare e da evitare nel trattamento dei capelli grassi. Continua a leggere l’articolo per conoscere tutti i passaggi per uno shampoo perfetto per capelli grassi.

Come lavare i capelli grassi bene e in modo naturale

Abbiamo visto che ci sono tantissimi prodotti naturalicon cui poter lavare e curare i nostri capelli. Ognuno di essi è più o meno efficace a seconda del tuo tipo di capello e della quantità di sebo prodotta dal cuoio capelluto.

Ancor prima di scegliere i prodotti più adatti alle tue esigenze però, dovresti imparare bene a lavare i capelli. Non esiste, infatti, un unico metodo per farlo, ma ci sono delle modalità che potrebbero aiutarti a risolvere il tuo problema.:

  1. Effettua uno scrub del cuoio capelluto, prima di iniziare a lavare i capelli;
  2. Diluisci lo shampoo in un po’ d’acqua, per renderlo meno aggressivo;
  3. Massaggia lo shampoo con movimenti circolari e delicati, partendo dalla nuca, ma non esagerare con la pressione dei polpastrelli;
  4. Risciacqua i capelli e procedi con la seconda passata di shampoo, se necessario;
  5. Applica una maschera naturale tra quelle che abbiamo elencato in precedenza.

Ricorda che è sbagliato lavare i capelli troppo spesso. Cerca di resistere un giorno in più, magari tenendoli raccolti in una coda di cavallo.

Inoltre, cerca di preferire prodotti che siano 100% naturali, quindi privi di tensioattivi e plastiche.

Continua a leggere per sapere quali potrebbero essere i prodotti migliori per curare i tuoi capelli.

Igiene e cura dei capelli grassi, qual è lo shampoo ideale da acquistare in farmacia?

Abbiamo accennato che non esiste un solo shampoo o una sola maschera che si adatti a tutte le esigenze. Cerca di capire l’entità del problema, quali potrebbero essere le cause e, soprattutto, se si tratta di un disturbo occasionale o frequente.

I prodotti in commercio sono davvero tantissimi, e questo potrebbe portarti a scegliere quello sbagliato. Per riconoscere lo shampoo adatto a curare i capelli grassi, fai attenzione che contenga alcuni di questi ingredienti naturali:

  • Argilla;
  • Ortica;
  • Tea tree oil;
  • Limone;
  • Rosmarino;
  • Bardana.

Inoltre, per rispondere alle esigenze specifiche dei diversi tipi di cuoio capelluto, questi prodotti devono essere:

  1. Antiossidanti;
  2. Antiprurito;
  3. Astringenti;
  4. Seboregolatori;
  5. Antiforfora;
  6. Idratanti;
  7. Lenitivi.

Evita, ovviamente, tutti i prodotti che sono consigliati anche per capelli secchi e quelli a base di olio, perché potrebbero aumentare la produzione di sebo.

Se stai cercando il prodotto più adatto a te visita il sito di FarmaMuseo. I nostri farmacisti selezionano costantemente i prodotti migliori tra brand esperti del settore come RestivoilVichy e Ducray.

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